Quella che comunemente chiamiamo “unghia” può essere indicata più correttamente col termine “lamina ungueale”. La lamina ungueale è una struttura complessa, con caratteristiche chimico-fisiche che le conferiscono elasticità, flessibilità e resistenza.
Essa è costituita da cheratina ricca di aminoacidi solforati (in particolare cisteina), lipidi e acqua.
Viene continuamente prodotta dalla “matrice ungueale” e scorre aderendo al “letto ungueale” durante il suo processo di crescita.
Talvolta può capitare che la lamina, il letto e la matrice ungueali siano coinvolte in infezioni causate da funghi/lieviti, indicate col termine “onicomicosi”.
Nelle onicomicosi si osservano comunemente:
- uno scollamento dell’unghia dal letto ungueale (onicolisi);
- uno sfaldamento ungueale;
- eventuale cambiamento di colore dell’unghia (comparsa di macchie scure, opacità);
- un ispessimento della lamina ungueale;
- canali e lacune nella lamina ungueale, fino ad onicomalacia (rammollimento dell’unghia);
- dolore e/o cattivo odore.
Una volta diagnosticata un’onicomicosi, il dermatologo o il podologo possono decidere di procedere con un trattamento topico.
Per garantire l’efficacia di una terapia topica locale, è fondamentale prima di tutto “preparare” l’unghia malata all’applicazione del farmaco. La prassi preparatoria dell’unghia prevede la riduzione dello spessore della lamina ungueale, in modo da consentire un adeguato assorbimento dei principi attivi del farmaco locale.
La scelta sicuramente più adoperata per garantire questo scopo è l’urea ad alte concentrazioni. Essa, infatti, esercita un’azione detta “cheratolitica”, grazie alla quale riesce a spezzare la conformazione nativa della cheratina e denaturarla.
In questo modo, lo spessore della lamina ungueale si riduce progressivamente (avulsione ungueale) e si aumenta la permeabilità al farmaco applicato.
L’urea ha quindi svolto un’importante funzione di veicolo, responsabile di un potenziamento dell’efficacia terapeutica.
A questo punto, lo step successivo prevede l’applicazione di un farmaco antimicotico, affinché l’infezione fungina possa essere debellata.
L’associazione di urea e antimicotico per il trattamento delle onicomicosi si è rivelata vincente per garantire l’efficacia terapeutica della terapia.
Tuttavia, le tempistiche per la risoluzione di un’onicomicosi sono piuttosto lunghe e richiedono costanza ed impegno nella pratica terapeutica. E’ perciò indispensabile un approccio collaborativo del paziente per la guarigione dalla problematica.
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- trattamento cheratolitico con urea ad alte concentrazioni;
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